Le terapie eradicanti per le epatiti croniche in forma virale ci hanno tenuti impegnati negli ultimi anni. Abbiamo ottenuto dei risultati eccellenti, soprattutto per l’epatite C per la quale si può parlare quasi di eradicazione della malattia, sebbene c’è ancora molto lavoro da fare.
Gli epatologi si sono perciò domandati: a questo punto cosa facciamo? Guardando alla realtà dei fatti, sono in crescita le patologie dismetaboliche, la steatosi epatica non alcolica o dismetabolica e le malattie legate all’alcol. Tutto questo va inserito in un contesto più ampio per la popolazione anche in base all’età. Dobbiamo cambiare il nostro punto di vista e cercare di realizzare modelli di diagnosi meno invasivi, di parlare di fragilità e di sarcopenie.
E dobbiamo utilizzare queste condizioni per valutare quali possono essere i migliori candidati per il trapianto di fegato. Il lavoro dell’epatologo oggi è, quindi, mettere a disposizione dei pazienti tutti gli strumenti a propria disposizione ma adattando tali metodiche alla popolazione attuale: una popolazione di età avanzata e, in alcuni casi, fragile.