Uno degli argomenti più importanti che interessa tutta la fase di gestione dei pazienti cronici, che il professor Ciro Mauro ha voluto inserire in questo importante congresso, è lo scompenso cardiaco.
Si tratta di una situazione che coinvolge molti attori: il medico di medicina generale, lo specialista ambulatoriale, il medico ospedaliero, il professionista delle strutture di alta specializzazione. È la patologia per la quale si muore di più, per cui vi è più invalidità, nonché riduzione delle giornate lavorative.
Una gestione ottimale riguarda non solo l’ambito medico, che punta a migliorare la qualità di vita, ma anche il sociale, per via delle giornate lavorative e dei familiari, ad esempio, assoggettati nell’accompagnare il malato in un percorso a volte molto tortuoso.
Ottimizzare la gestione comporta grandi benefici e non servono norme scritte: è necessario giungere ad una diversa impostazione culturale. Tutte le figure coinvolte devono agire come un tutt’uno.
A mio parere oggi è stata posta una prima pietra: la discussione verrà approfondita ed ampliata e portata nelle sedi competenti anche dalle società scientifiche. Società che si devono fare carico del meccanismo arzigogolato che affligge il paziente con scompenso e renderlo snello e fruibile. Ogni medico al mattino, quando si reca al lavoro, ha un solo obiettivo: far stare bene il paziente. Farlo in gruppo aiuterà tantissimo.