I progressi della cardiologia interventistica hanno determinato, negli ultimi venti anni, la riduzione della mortalità dei pazienti a seguito di malattia cardiovascolare. Per nessun altro campo della medicina è possibile affermare lo stesso.
Mi riferisco in particolare ad esempio all’infarto del miocardio. Tutto ciò è stato possibile, come già accennato, grazie all’avanzamento delle tecnologie che hanno permesso l’implementazione di nuovi tipi di interventi.
Parlo della sostituzione aortica percutanea, che ha reso possibile interventi che fino a poco tempo fa non potevamo effettuare su pazienti ad alto rischio come gli anziani. Oggi anche questi pazienti possono essere trattati con nuove opzioni terapeutiche.
Il trattamento dell’infarto è diventato standard: con l’angioplastica primaria possiamo curare gli ammalati entro una tempistica ideale. Tutte le tecnologie, nel trattamento dell’embolia polmonare e nelle patologie tromboemboliche, hanno dimostrato avere un ruolo importante.
La cardiologia interventistica ha dunque rappresentato un enorme balzo in avanti per la medicina e nei prossimi anni lo sarà ancora di più.